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Video Productions

Andromeda

07/11/2024 16:37

Marco Morana

Culture , Science , energia, universo, big bang, materia, andromeda, fisica quantistica, atomo, quark, distanze astronomiche, sole, calore,

Andromeda

Se questo racconto fosse un film, partirebbe dall'oblò della Stazione spaziale internazionale.

Breve storia dell'astrobiologia. Introduzione

L'eterna domanda senza risposta

 

Se questo racconto fosse un film, partirebbe dall'oblò della Stazione spaziale internazionale. Un astronauta che, fluttuando all'interno della sonda, scruta la Terra laggiù: nella parte del mondo in cui è notte e i contorni delle nazioni sono le mille luci delle città. Poi una zoomata, e l'inquadratura si sposta sul nostro pianeta a lambire lo sciabordio delle onde del mare che fa da sfondo ad una sera sul finir dell'estate. Oltre la riva: i sorrisi dei ragazzi, gli anziani seduti sull'uscio, i gelati, l'odore delle alghe, le adolescenti che ammiccano complici e guardano le foto dei fidanzatini nei cellulari. Su di un terrazzo, un gruppo di giovani osserva il cielo con un telescopio appena tirato via dallo scatolo. Qualcuno si pone la domanda che ha accompagnato gran parte della storia dell'umanità: siamo soli nell'universo?

Molti anni fa, i giornali riportarono una curiosa domanda: C'è vita sulla Terra? Si riferivano ad un audace esperimento, suggerito dall'astronomo Carl Sagan. Convinse gli uomini della Nasa a rivolgere gli strumenti di osservazione della sonda spaziale Galileo verso il nostro pianeta. Da migliaia e migliaia di kilometri, avrebbe dovuto studiare quali erano gli indizi della vita. I risultati ottenuti continuano ad influenzare le ricerche di vita extraterrestre nei pianeti oltre il sistema solare.

Oggi sappiamo che la vita modifica le caratteristiche dell'atmosfera di un pianeta. Quella terrestre ci garantisce ossigeno e la protezione dai raggi solari, ma al contempo subisce l'interazione non solo delle nostre attività ma dei microrganismi.

Quando gli astrofisici sospettano la presenza di un pianeta, studiano la spettrografia del sistema stellare che lo conterrebbe. Dall'esame dello spettro, cioè l'analisi delle componenti la luce, si evince la natura chimica di quella stella. In relazione ad altri parametri si può stabilire se c'è un pianeta che vi orbita intorno, a che distanza e a che velocità. Quindi si può misurare se il pianeta rientra nella cosiddetta zona abitabile che garantisce l'esistenza di un'atmosfera e caratteristiche rocciose. Si può dunque calcorare la temperatura media e l'eventuale presenza di acqua allo stato liquido.

A circa quattro anni luce dal Sole esiste un sistema stellare chiamato Alpha Centauri. E' il più vicino a noi, al di fuori del sistema solare, e consta di tre stelle. Una nana rossa, intorno a cui non potrebbero orbitare pianeti abitabili. Poi ci sono altre due stelle ben lontane dalla prima, più vicine fra loro e dunque influenzate dalla reciproca gravità. Una di esse è più piccola dell'altra e ha caratteristiche grossomodo simili al Sole. Gli astronomi suppongono, da tutta una serie di complicati sistemi di osservazione, che esista, nei pressi, un pianeta chiamato Proxima B indiziato di poter contenere elementi utili alla nascita della vita. Ma non vi è alcuna certezza e la cosa appare, anzi, assai improbabile. Che possa poi ospitare forme di vita intelligenti aderenti alla nostra è proprio qualcosa che tocca la fantascienza.

Tuttavia, tempo fa, sembrava che da Proxima B arrivassero segnali radio prodotti da una tecnologia. E la cosa ha tenuto gli astronomi col fiato sospeso per un bel po'. Ma come spiega l'astrofisico e divulgatore Amedeo Balbi, si scoprì, successivamente, che quel segnale era un'interferenza di origine terrestre.

Consideriamo, per pura curiosità, che con i nostri attuali mezzi spaziali, basati sulla propulsione, per raggiungere Proxima B occorrerebbero non meno di 72 mila anni.

Fin dove la ricerca si è spinta e fin dove i nostri strumenti possono arrivare, le domande circa l'esistenza di vita fuori dal nostro pianeta hanno dato esito negativo.

L'eterno interrogativo, tuttavia, rimane. Manca il dato sperimentale. Non vi è nulla che possa confermare o smentire l'esistenza di altri mondi simili al nostro. Gli astrofisici sono, in genere, più possibilisti considerata l'immensità del cosmo e l'esistenza di miliardi e miliardi di stelle. I biologi appaiono meno fiduciosi: spiegano quanto sia complicata la nascita anche di un singolo batterio.

In effetti la storia della vita sul pianeta Terra è frutto di incredibili combinazioni biologiche e astronomiche in cui il tempo e il caso hanno giocato ruoli fondamentali.

Bisogna poi considerare le distanze astronomiche. Qualora esistessero degli esseri che ci somigliano, comunicare con loro sarebbe davvero proibitivo.

Tuttavia, questo è uno dei più bei racconti della storia della scienza e vale comunque la pena narrarlo.

E' una storia che comincia nell'antica Grecia, laddove ha preso forma il pensiero occidentale. Laddove sono nati tutti i miti, le imprese più leggendarie, le riflessioni più profonde. 

Dalla prossima settimana cominceremo da lì, da dove con ogni probabilità gli uomini, per primi, hanno rivolto lo sguardo al cielo interrogandosi sulla loro esistenza.
 
 In allegato, vi suggerisco un testo: Jacques Monod: Il caso e la necessità. E' pubblicato in varie edizioni. Ma si trova anche scaricabile dal web. E' una riflessione filosofica sui molti aspetti della biologia. Utile a capire determinate combinazioni.

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