«Il Presidente del TAR, pur affermando che l’ordinanza è stata emessa in carenza della soglia di 250 contagi – indicata dalla legge, non ha ritenuto di concedere la misura cautelare monocratica atteso che nella motivazione dell’ordinanza si fa riferimento alla circolazione di varianti di SARS-Cov2 tale da determinare alto rischio di diffusione o malattia grave» – dice l’avvocato Claudio Trovato – «né d’altra parte, vi era tempo sufficiente per assicurare il contraddittorio alla Presidenza della Regione».
Secondo il Comune l’ordinanza era stata adottata «in violazione degli assetti regolatori e rende la irreversibile compromissione degli interessi alla cui cura il Comune di Bagheria è istituzionalmente preposto» infatti, a ben vedere, il TAR amette che il Presidente della Regione ha emesso l’ordinanza in carenza dei presupposti necessari, suppur attagliandosi alla discrezionalità tecnica.
Sempre nel ricorso si leggeva che: «la classificazione della Città Metropolitana di Palermo e con essa il Comune di Bagheria nell’ambito della cosiddetta zona rossa preclude lo svolgimento di una vastissima platea di attività economiche ritenute non essenziali, oltre a limitare ulteriormente, rispetto alle previsioni applicabili alla zona arancione, la possibilità di movimento dei cittadini e la fruizione del servizio scolastico».
«Ringrazio i commercianti bagheresi perché stanno affrontando questa terribile situazione con molta dignità – dice l’assessore Alaimo – in tutta Italia assistiamo a manifestazioni e varie proteste alcune delle quali anche non autorizzate, Bagheria ha scelto di lottare per la tutela del loro lavoro con dignità e rispetto delle regole rivolgendosi agli organi competenti e richiedendo l’intervento dell’amministrazione. Un’amminstrazione che ha voluto subito essere vicina al cittadino e non limitarsi certo a dire: “noi non abbiamo competenza”. Avevamo e abbiamo il dovere di ascoltare le istanze dei cittadini e delle categorie che soffrono per questa pandemia e, ove possibile, fornire tutti gli strumenti utili a loro tutela».
E intanto, con ordine e nel rispetto delle leggi, i commercianti sottoscrittori riferiscono di non voler demordere e vogliono continuare con una richiesta risarcitoria da presentare nei cofronti del Presidente della Regione: «Pur non avendo ricevuto la sospensiva dal Tar vogliamo proseguire con una richiesta risarcitoria perché i numeri non erano assolutamente numeri da zona rossa per Bagheria né tantomeno nel distretto» – dice Marco Oristano, gestore di un’agenzia viaggi e sottoscrittore del ricorso. Questa scelta deriva sia dalla consapevolezza che la nostra richiesta di sospensiva nel merito è stata definita fondata ma tecnicamente non poteva essere accolta per mancanza di contraddittorio e quindi la decisione rinviata a maggio quando nn sarà ovviamente più necessaria. Avere ragione nel merito ci ha spinto a proseguire per dare un segnale politico ma non partitico alle Istituzioni regionali dichiarando che siamo una cittadina impegnata nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori autonomi già distrutti dalla pandemia e che non vogliamo essere “TERMINATI” da scelte per noi errate».
«Condivido e confermo il mio sostegno ad andare avanti» – dice Sergio Sampino altro commerciante di un negozio di articoli sportivi su corso Umberto I – «benché io sia rimasto aperto perché il mio codice ateco lo prevedeva, subisco anch’io i contraccolpi della chiusura e sono solidale con i colleghi. Se si è tutti quanti aperti si crea una circolarità di cui tutti beneficiamo» conclude Sampino.
Dice la sua anche una parrucchiera Maria Galioto, che auspica progetti comuni e condiviso per tutta le categorie: «Io non credo nel risarcimento ma sono d’accordo che l’unione fa la forza, così la prossima volta i politici capiranno che siamo uniti e che d’ora in poi dovranno tenerci in considerazione tutti magari chiedendo un tavolo tecnico di confronto di tutto il comparto produttivo».